di Paolo Gioffredi
Nella nostra epoca in cui le vendite avvengono in supermercati, ipermercati, o in centri commerciali aventi le dimensioni di una piccola città, per i nostri orecchi la parola ‘spaccio’ appare un termine un po’ desueto: affidiamoci quindi allo ‘Zingarelli’. «Spaccio: Negozio per la vendita al minuto spec. di generi alimentari».
Dopo la premessa diciamo che in passato gli spacci ebbero particolare importanza nei centri della Limentra Orientale, a causa soprattutto dell’isolamento di questi ultimi, che portava ad una forzata dipendenza dagli esercizi locali negli acquisti e negli approvvigionamenti effettuati dalla popolazione. Torri, ad esempio è stata raggiunta da una strada rotabile solo nel 1959: strada che proveniva dalla Badia a Taona e compiva un tortuoso ed accidentato percorso fra le montagne. La strada oggi comunemente usata, proveniente da Lèntula, è stata aperta solo nel 1966.
La memoria popolare ricorda che a L’Acqua di Cantagallo (borgata detta anche Il Turchi) c’era un’osteria gestita da un tale dal nome altisonante di Napoleone, mentre sulla sponda sinistra della Limentra orientale, in Comune di Sambuca Pistoiese, c’era il negozio di alimentari e vini di Dante Battistini.
A Lèntula i negozi di alimentari erano due: quello di Rino Battistini e quello di Silvio Simoni. Gli eredi di quest’ultimo proseguono tuttora l’attività di ristorazione con la trattoria Rossella.
A Torri, negli anni Venti c’erano ben sei spacci, i cui proprietari erano: Tobia Bruni, Berto Biolchi, Francesco Matteoni (dei Mercanti, così chiamato per il commercio di stoffe che aveva con la Maremma), Diletto Palmieri, Igigno Matteoni e Decimo Turchi.
La prima rivendita di sali e tabacchi fu alla Ciliegia, villaggio a valle di Torri, dove si vendeva di tutto, dagli alimentari alle candele, dal vino ai cocomeri durante l’estate.
Dopo gli anni Venti questi esercizi cominciarono a diminuire e negli anni Quaranta dopo la chiusura di Igigno Matteoni, che distribuiva i prodotti con tessera annonaria, aprì un negozio di alimentari Alessandro Bertinelli, conosciuto in paese con il nome di Giulio.
Tale negozio, in precedenza spaccio cooperativo, si trasformò in esercizio alimentare a conduzione privata, in cui trovarono lavoro i famigliari del titolare: la moglie Maria si occupava principalmente dell’impasto e della cottura del pane, i figli collaboravano al rifornimento del negozio e, con un cavallo, portavano la merce alle famiglie del paese e delle borgate vicine. Il cavallo veniva messo anche a disposizione della comunità, per il trasporto del medico condotto o della levatrice ad esempio. Alessandro Bertinelli oltre a questa attività, militava anche in politica al Comune di Sambuca e si è molto impegnato per l’apertura della strada per Torri. Nel 1960 a seguito dello spopolamento del paese, si trasferì a Pistoia con la famiglia dove continuò la sua attività con un negozio di generi alimentari.
Alla fine degli anni Sessanta a Torri cessò l’attività anche il negozio di alimentari di Anchise Matteoni (erede di Francesco Matteoni de’ Mercanti); l’attività dell’esercizio era seguita prevalentemente da Dina, la moglie di Anchise, mentre quest’ultimo faceva l’autista di camion, trasportando legna bianca di castagno, dalla quale veniva estratto il tannino, e le lastre di pietra che, estratte nelle cave di Torri, venivano collocate a Pistoia ove erano utilizzate per lastricare i vialetti dei giardini. Dopo la chiusura di tali due esercizi aprì un nuovo negozio di alimentari Silvana Turchi, la figlia di Decimo, che già dagli anni Trenta vendeva solo verdure e stoviglie.
Questo esercizio nella piazzetta del paese è rimasto aperto fino al 1998. Negli anni Settanta e per una quindicina di anni si assiste all’apertura di un piccolo bar gestito da Carubo Biolchi e da sua moglie.
Un bar molto particolare dove il caffè veniva fatto con la caffettiera che si usa nelle famiglie.
Nel 2004 ha chiuso i battenti anche il ristorante con alimentari gestito da Laura Gioffredi.
L’anno successivo, l’Associazione per lo sviluppo turistico di Torri, per poter garantire ai residenti ed ai villeggianti un punto di ritrovo, ha ristrutturato i propri locali che ora sono molto confortevoli e si è affiliata all’ARCI per poter svolgere le attività di bar pizzeria.