Prime immagine della nuova Lada 4×4 – 2017

di : Riccardo Altamura

In attesa di vedere il restyling dell’ attuale modello Lada 4×4 (denominato M2 – vedi http://nivaforever.wordpress.com/2014/01/03/nuovo-restyling-niva-4×4-m2/) che dovrebbe essere presentato già alla fine di quest’anno in occasione del salone automobilistico di Mosca, sono già sul tavolo degli ingegneri della Lada i nuovi disegni che, con molta probabilità, raffigurano quella che sarà la nuova Lada 4×4 che verrà presentata nel 2017 e commercializzata nell’anno successivo.

nuova lada 4x4 2017 - 2

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Per il momento non si hanno ancora molte informazioni a riguardo, di sicuro c’è solo che, per quanto riguarda la parte meccanica, il vecchio motore 1.7 sarà completamente abbandonato (ma questo già a partire dal prossimo restyling) e la trasmissione, oltre che abbinata ad un cambio meccanico, potrebbe essere dotata anche di un automatico.

 

La carrozzeria dovrebbe riprendere i canoni stilistici attuali, ovviamente in chiave più moderna, restando comunque fedele alla linea che l’ha resa famosa ed inconfondibile in tutti questi anni.

A leggere le misure del progetto si nota un nuova lada 4x4 2017 - 4aumento delle quote in generale, facendo intuire un beneficio significativo nell’abitabilità, un pò meno nelle misure relative all’off road, soprattutto nell’angolo di attacco; sorprendono invece quei 280 mm. indicati come altezza minima da terra, valore ben al di sopra della media degli attuali fuoristrada.

Anche se è ancora presto per fare oggettive conclusioni, fa piacere osservare come la futura Lada 4×4 resti sempre fedele alla sua architettura di auto nata per l’off road e lontana dai moderni SUV, con grande soddisfazione per tutti gli estimatori della Niva che ci sono in tutto il mondo.

Ci sentiamo presto per le prossime news…

Fonte : http://probeg.com/2014/novaya-lada-4×4-2017-niva-budet-trexdverkoj-pervoe-izobrazhenie-super-podrobnosti/

Oggi parliamo di….. canister(e relativo spurgo)

di Alessandro Ancarani

A volte succede che l’utente medio senta parlare di canister.
O dal meccanico, o da amici che hanno avuto problemi con il canister.
Ovviamente quasi nessuno ha conoscenza del canister ne tantomeno della sua funzione e funzionamento.
Vediamo di cosa si tratta e partiamo dalle origini.
Le vetture a ciclo Otto, come la Niva, sono alimentate con benzina.
La benzina ha la caratteristica fisica di avere un alto indice di evaporazione, già a 40-50 gradi circa la benzina comincia ad evaporare in maniera consistente.
Ma anche a 20 gradi l’evaporazione spontanea non è un fenomeno marginale.
E’ esperienza comune che la vespina messa in garage all’inizio dell’inverno e ripresa a primavera presenta un calo vistoso del livello del serbatoio anche se non è mai stata messa in moto.
La benzina cala perchè evapora lentamente.
Ma questa evaporazione ha anche degli aspetti positivi.
Nelle vetture a carburatore se la benzina non fosse così volatile non sarebbe miscelabile con l’aria con facilità.
Nelle vetture ad iniezione la benzina si miscela con l’aria anche se non vaporizzata a 1200 bar come avviene con il gasolio nei motori diesel common rail.
Ma questa benzina che evapora spontaneamente dal serbatoio(nelle vecchie 500 degli anni 60 è stato calcolato che il 15% della benzina si perdesse per evaporazione)non giova ne ai consumi ne all’ambiente.
Per ridurre questo spreco/inquinamento si è pensato di chiudere ermeticamente il serbatoio del carburante.
Questa soluzione non è ottimale.
In primo luogo perchè quando la pompa della benzina aspira il carburante, se questa aspirazione supera la capacita di evaporazione della benzina, provoca una pressione negativa all’interno del serbatoio che ostacola il normale deflusso verso il motore e provocherebbe il collasso del serbatoio e delle tubazioni.
Secondo perchè se la temperatura crescesse molto, come avviene in estate, la pressione diventerebbe pericolosamente elevata ed il carburante verrebbe letteralmente sparato verso il motore.
Come viene risolto il problema?
Semplice.
Il tappo del serbatoio, in realtà, è una valvola unidirezionale che permette l’entrata dell’aria senza fare uscire i vapori di benzina. Per cui anche aspirando benzina ad una velocità superiore della sua capacità di evaporazione non si crea mai una pressione negativa nel serbatoio.
I vapori in eccesso prodotti nel serbatoio vengono assorbiti nel canister.
Il canister è un contenitore ripieno di carbone attivo che assorbe i vapori della benzina.
Nel serbatoio, dunque, si formano vapori di benzina. Questi vengono separati dalla benzina liquida grazie ad un separatore che non è altro che un contenitore a forma di parallelepipedo collocato sula fiancata destra posteriore sotto la modanatura interna in plastica. Il tubo di ingresso, collegato al serbatoio della benzina, arriva alla base del parallelepipedo, l’uscita si trova alla sommità del parallelepipedo ed è collegato al canister. Se benzina allo stato liquido arriva al separatore questa non può proseguire perchè si deposita nel separatore stesso. Solo quando il separatore è pieno la benzina può raggiungere il canister, evento dannoso e distruttivo per lo stesso. Fatto peraltro che non avviene mai neanche in situazioni particolari come il ribaltamento della vettura; in questo caso il flusso di benzina liquida verso il canister viene interrotto da una valvola gravitazionale che si chiude quando la vettura si ribalta.
Per schemi:
serbatoio-> separatore vapori benzina-> Valvola gravitazionale-> valvola antiritorno-> canister.
Vediamo come funziona.
Nel serbatoio si formano vapori di benzina che separati dalla fase liquida arrivano al canister.
Nel canister i vapori vengono immagazinati in attesa di utilizzo.
Durante il ciclo normale di funzionamento del motore la centralina apre la valvola del canister ed i vapori possono essere bruciati nel motore.
Per potere essere gestito elettronicamente il canister possiede una valvola a controllo elettronico che viene azionata dalla centralina controllo motore.
Nelle Spi questa valvola si trova direttamente sul canister, nelle Mpi la valvola si trova sul collettore di aspirazione grosso modo vicino al cavo dell’accelleratore.
Un tubo arriva dal canister alla valvola ed un tubo parte dalla valvola ed arriva al corpo farfallato lato inferiore.
Funzionamento nel dettaglio.
La centralina apre la valvola se sono rispettate alcune condizioni. Prima fra tutte che la centralina sia in close loop, ovvero la caburazione sia controllata dalla sonda lambda prima del catalizzatore. Perchè il motore sia in close loop bisogna che sia caldo, che non sia in cut-off, che non sia in kick-down. Il perchè è semplice. Se il motore è freddo la centralina non attua nessun controllo della carburazione attraverso la sonda lambda, arricchisce la miscela aria/benzina(come se avesse il vecchio starter in funzione) per cui ulteriore apporto di carburante non farebbe che ingrassare troppo la miscela. Durante il cut-off(ovvero il rilascio, ovvero la marcia con la farfalla chiusa) la centralina è in open loop, inoltre si crea una depressione molto elevata nei condotti di aspirazione per cui verrebbe aspirata una grande quantità di vapori senza un corrispettivo volume di aria e il motore girerebbe grassissimo. Nei kick-down, sempre condizione di open loop, non c’è controllo della sonda, inoltre essendo la farfalla aperta non c’è depressione nel collettore di aspirazione e non verrebbe aspirata nessuna quantità di vapori. Per cui la centralina apre la valvola del canister, in genere, al minimo e nella marcia normale a regime costante quando è in close loop e la prima sonda lambda lavora al meglio.
Se la valvola del canister non si apre il motore gira leggermente magro per cui la vettura può presentare lievi seghettamenti a medi regimi ed irregolarità al minimo.
Ovviamente quando la centralina apre la valvola controlla anche l’andamento della sonda lambda(la prima) e riduce i tempi di iniezione in proporzione alla quantità di vapori che il motore aspira dal canister per evitare di girare con la carburazione troppo ricca. Molte vetture hanno un controllo crociato ed approfondito di questo apporto supplementare di carburante, ma la Niva, per nostra fortuna, non è così delicata e non attua nessun controllo approfondito del flusso dal canister o perlomeno il controllo non è così vincolante.
Diagnosi.
La centralina controlla solo la valvola che collega il canister al corpo farfallato. In teoria dovrebbe controllare la coerenza dei valori della sonda lambda alla apertura del canister ma se trova valori sballati ne prende atto e basta. Non sono previsti, nella tabella degli errori della Niva, codici che contemplino valori anomali della sonda lambda in funzione della fase di spurgo del canister. Invece, se avverte che la valvola funziona male o restituisce valori di impedenza errati o circuito aperto o in corto, accende la spia MIL con il codice P0443. Niente altro. In caso di errore P0443 è prioritario guardare la valvola del canister. Tubi chiusi , canister rotto etc etc non accendono la spia se non in casi estremamente rari ovvero quando i parametri sono veramente sballati.
Come controllare l’elettrovalvola.
L’ottimale sarebbe avere lo strumento NTS originale Lada.
Lo strumento prevede il comando per l’apertura forzata della valvola spurgo canister, per cui si da il comando di apertura e si vede se la miscela si arricchisce ovvero la sonda lambda precat restituisce valori sopra i 0.6 Volts.
Alternativamente, ed in maniera più casalinga, si può vedere con un tester da elettronica se al minimo arriva corrente allo spinotto della valvola dello spurgo canister. Altra prova è controllare, sempre con il tester, che tra i terminali della valvola ci sia una resistenza sopra i 20 Ohm(se fosse meno vorrebbe dire che il solenoide della valvola sarebbe in corto) ma inferiore ad 1 MOhm(che vorrebbe dire che il circuito è interrotto).  In pratica, che è poi quello che si fa la maggioranza delle volte, si sostituire la valvola, che nelle Mpi richiede non più di 5 minuti (ad essere lenti), e vedere se la spia si accende di nuovo. In genere, se la valvola è rotta, in non più di pochi minuti(a motore caldo diciamo una decina di minuti) si accende la spia.
In ogni caso una controllata ai tubi male non fa perchè comunque anche se lo spurgo canister non influenza in maniera drammatica la guidabilità della vettura avere dei vapori di benzina liberi per il cofano non è una bella cosa. Oltre al fatto che si butta via della benzina per niente.
Con quello che costa.
Buon lavoro a tutti.

Nuovo restyling Niva 4X4 M2

di : Riccardo Altamura

Come già ricordato nel precedente articolo apparso su questo sito (vedi: http://nivaforever.wordpress.com/2013/10/14/nuova-lada-4x4m-2015/), l’attuale Lada 4X4M sarà oggetto, tra il 2014 e l’anno successivo, di un appropriato restyling che riguarderà non solo l’aspetto puramente estetico, ma soprattutto sotto quello tecnico.

Gira ormai da qualche giorno la voce, peraltro sempre più affermata, che tra i vari interventi tecnici ci sarà anche quello di sostituire l’attuale motore di 1.700c.c. e 83CV di potenza, con una “nuova” unità sempre a benzina, ma con cilindrata di 1.600c.c., a 16 valvole e potenza compresa tra i 90 e i 100Cv, proveniente con molta probabilità dalla casa Renault.

Questa scelta è stata dettata principalmente per due ragioni; la prima per cercare di mantenere in vita l’attuale modello fino al 2017, anno in cui uscirà un nuovo modello Lada 4X4, e secondo per riuscire a contrastare le restrittive normative antinquinamento, classificate come Euro 6, che di fatto entreranno in vigore da settembre 2014.

Il motore avrà una disposizione trasversale (ora è longitudinale), con la conseguente ridistribuzione di tutta la parte relativa alla trasmissione, con la sostituzione di tutti i giunti ed aggiornamento dello sterzo (con un nuovo tipo di cremagliera) , modifiche saranno apportate anche al reparto sospensioni, freni e cambio.

E’ già in fase di sviluppo avanzato il nuovo tipo di trasmissione che permetterà di accogliere la disposizione trasversale del motore, mantenendo ferme le caratteristiche tecniche relative al blocco del differenziale e delle ridotte, ragruppando il tutto in un unico organo meccanico.

Nuovo sistema di trasmissione Lada 4X4M
Schema del nuovo sistema di trasmissione della Lada 4X4M per accogliere la disposizione trasversale del nuovo motore 1,6

Questo restyling porterà anche al  miglioramento della qualità della vita a  bordo, tra questi ci saranno gli alzacristalli  elettrici, gli specchietti retrovisori a  regolazione elettrica e riscaldabili, una  migliore insonorizzazione dell’abitacolo ed  un nuovo climatizzatore, studiato  appositamente per questa unità.

Questa “nuova” Lada 4X4 prenderà la  denominazione M2; da notare che sia  Renault che Nissan (che a breve saranno soci maggioritari del gruppo AvtoVaz) non vedono di buon occhio questa strategia commerciale, in cui Lada persevera con nuovi aggiornamenti del vecchio modello Niva 4X4.

Purtroppo, per loro, i numeri di vendita sono tali che non possono che accettare a malincuore tale decisione, vedremo come si evolveranno questi contrasti interni, anche perchè si parla già di un futuro ulteriore aggiornamento definito M3, ma che, con molta probabilità, non vedrà mai la sua realizzazione, forse…

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Fonte :

http://avtosreda.ru/news-common/2013/12/lada-4h4-poluchit-novii-motor-i-kondicioner.html

http://rusautomobile.ru/syzhety/potok-dannih/sobitie-dnya/637-niva-m-2-5

http://niism.bmstu.ru/otdelyi-nii-sm/sm3-2/Niva-3

Tensionamento cinghia alternatore

Cari amici nivisti, posto qui una brevissima guida sul tensionamento cinghia alternatore; La cinghia alternatore comanda anche la pompa acqua e quindi ricordiamoci quando la tendiamo di non tenderla troppo!

Come si fa? più semplice a farsi che a spiegarsi!

Innanzitutto, dove troviamo l’alternatore? sdraiandosi sotto la macchina sotto il cofano vediamo tre lamiere di protezione: quella centrale più grande e due più piccoline ai lati sinistro e destro; togliete quella lato passeggero e vedrete l’alternatore. Ora, nella parte posteriore dello stesso dovrete allentare la vite che tiene fermo l’alternatore. Praticamente tale vite è esattamente dalla parte opposta di quella indicata dalla freccia rossa:

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allentata la vite rimettetevi in piedi aprite il cofano e potrete vedere che l’alternatore  è fissato anche con un ‘altra vite da 13 ad un asola che è appunto quella di regolazione indicata dalla freccia blu: allentatate la vite

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A questo punto fate leva (potete usare un grosso cacciavite) e allontanate poco poco l’alternatore dal blocco motore facendolo scorrere lungo l’asola di regolazione; contemporaneamente ri-fissate la vite sull’asola di regolazione (per far questo vi potete aiutare con una chiave a cricchetto). Fissata la vite sull’asola è ora di fissare quella che trovate sotto e che avevate smollato all’inizio. Tutto qui! rimontate la lamiera protettiva e siete a posto.

NB: non tensionate troppo la cinghia perchè essa comanda la pompa dell’acqua e i cuscinetti della pompa potrebbero risentirne. METODO EMPIRICO: DOPO AVER RITENSIONATO LA CINGHIA, DA SOPRA E OVVIAMENTE A MOTORE SPENTO SPINGETELA CON UN DITO NELLA PARTE INDICATA DALLA FRECCIA NELLA PROSSIMA FOTO: ESSA DEVE CEDERE DI CIRCA 1 CM O POCO MENO; SE NON CEDE E’ STRETTA TROPPO E QUINDI ALLENTATELA QUEL POCO CHE BASTA!

alternatore4

Ciao a tutti!!

Luca Ioris

Angolo di campanatura (Camber): cos’è, come e quando regolarlo.

 

Guardando il veicolo frontalmente la campanatura è l’angolo compreso tra la verticale ed il piano di mezzeria della ruota, vale a dire l’inclinazione delle ruote (Fig. 1). Una campanatura positiva o negativa eccessiva aumenta il consumo del battistrada all’esterno o all’interno del pneumatico. Modificare di tale angolo implica variare la posizione della ruota rispetto al piano di contatto (strada) in modo che, quando la vettura si trova in condizioni di trasferimento di carico (accelerazione laterale mentre si percorre una curva), l’inclinazione del mezzo porti il piano di contatto della ruota ad essere il più possibile parallelo alla strada, in modo da permettere al pneumatico di offrire la massima superficie di appoggio in tale situazione, dunque massima aderenza.

I valori della campanatura erano un tempo importanti,  causa del profilo della strada (carreggiata bombata) e della tecnologia di quell’epoca (cerchi senza scarto ed assi di perni di fusi verticali). Al giorno d’oggi, questo valore è molto prossimo allo 0, posizione ideale per ottenere un usura minima dei pneumatici. Al contrario, sui treni posteriori si trova frequentemente una campanatura negativa importante che ha lo scopo di migliorare la stabilità del veicolo. Un angolo negativo è necessario perché, quando la vettura percorre una curva, il telaio s’inclina tendendo così ad aumentare il grado di campanatura stesso: in questo modo se l’angolo non fosse leggermente negativo, il pneumatico toccherebbe terra solamente con la parte esterna, con riduzione della trazione. Dato che il Grip di un pneumatico aumenta al crescere della sua superficie d’appoggio col terreno, la situazione ideale si otterrebbe se la gomma stessa rimanesse sempre perpendicolare al terreno senza deformarsi in presenza di elevati carichi laterali ma normalmente non è così e bisogna quindi cercare un giusto compromesso.

 

Fig.2 : Campanatura positiva

Fig.3 : Campanatura negativa

Immagine

Se si desidera la massima trazione in accelerazione ed in frenata (in rettilineo), bisogna impostare la campanatura a 0°.

Se invece si desidera la massima tenuta in curva, bisogna impostare la campanatura su un valore negativo di qualche grado, in funzione della rigidità della sospensione e della durezza della mescola del pneumatico; non è possibile, quindi, ottimizzare entrambe le situazioni. Se possibile, in relazione alla velocità di percorrenza delle curve; nelle curve veloci è necessario un angolo di Camber alto (2-3) gradi mentre nelle curve lente è meglio diminuirlo per aumentare l’aderenza dell’asse. Ricordiamo però che una campanatura esagerata su un pneumatico avrà l’effetto di creare un effetto di conicità che farà tirare il veicolo verso :

– l’esterno nel caso di una campanatura positiva esagerata (Fig.4).

– l’interno nel caso di una campanatura negativa esagerata.

Il modo più semplice è regolare la campanatura in modo che il copertone si consumi in modo uniforme su tutta la larghezza del battistrada, in modo tale che ogni punto delle gomma venga utilizzato al massimo. Una macchina con sospensioni molto morbide richiede un angolo di camber negativo più accentuato, di una con sospensioni molto rigide. Cosa comporta una campanatura sbagliata? Provocherà un’usura anormale ripartita uniformemente su un solo lato del battistrada (Fig.5).

 

Articolo estratto da : www.gommeblog.it/tecnica/593/angolo-di-campanatura-camber-cosa-e-come-e-quando-regolarlo/

Fonte: Publitest

Consigli utili per un buon trattamento antiruggine

di : Angelo Sitara (Naniva)

 

Introduzione

Chi possiede una Niva, soprattutto quelle un po’ datate, fra i vari problemi, ha dovuto sicuramente affrontare anche quello della formazione di ruggine in vari parti, sia sulla carrozzeria che sul telaio.

Purtroppo questa è una “caratteristica” che è quasi parte integrante nella costituzione (o mal costruzione, a seconda di come la si vuole vedere) della Niva; oggi in parte superata nei nuovi modelli, caratterizzati da un trattamento anticorrosivo e di verniciatura più curato e di diversa formula.

Per limitare al massimo questo annoso problema della formazione di ruggine, vi suggerisco di operare come segue e vedrete che la vostra amata “bestiaccia” manterrà una carrozzeria perfetta per molti anni.

Un mio consiglio è quello di usare sempre buoni prodotti di marca, non lesinate sul prezzo perché un prodotto scadente ed economico darà risultati scadenti.

 

Riparare piccole parti arrugginite

Per prima cosa, pulite bene la parte da trattare, usando un Drimel, spazzolina di ferro o carta vetrata non troppo grossa, poi fate un buco rotondo in un pezzo di nastrocarta per carrozzieri, del diametro interessato alla stessa zona da trattare, lo attaccate sopra la parte e lì applicate con un pennellino l’antiruggine, quest’ultimo è del tipo che converte la ruggine in ferro.

Dopo di chè, aspettate qualche minuto, il tempo che l’antiruggine si asciughi un po’, e poi togliete il nastrocarta, il giorno dopo rifate la stessa operazione, applicando la vernice con un pennellino.

Il nastro forato serve ad impedire che il trattamento, sia di antiruggine che di verniciatura, vada ad intaccare le zone non interessate.

Aiutate l’asciugatura con un fon, tolto il nastrocarta vedrete che vi resterà un bollino rotondo che potrebbe avere un po’ di spessore di vernice, ma questo è normale se non avete portato a metallo nudo la superficie.

Anche l’antiruggine, che converte in ferro la ruggine stessa, a volte lascia la parte di colore nero, ma questa è una cosa normale, fa parte della caratteristica di questo tipo di prodotto.

 

Come prevenire la formazione di ruggine nelle parti interne

Nella Niva la ruggine si può manifestare in due zone,  in quella interna degli scatolati del pianale ed esternamente sulla carrozzeria stessa, ora vediamo come operare sul primo caso.

La ruggine che si può formare negli scatolati del pianale, nei passa ruota, nel portellone ed all’interno delle portiere è la più subdola e va trattata con una accurata procedura, che può essere svolta anche in tempi diversi su ogni singola parte.

Procuratevi una cera spray per scatolati in formato bomboletta, solitamente fornita di un tubicino lungo circa 1 metro, sulla cui estremità  dell’ugello ha dei fori laterali.

Utilizzate lo spray con il lungo tubicino quando dovete trattare parti interne nascoste, inserendo lo stesso tubicino in tutti quei fori che, per esempio, vedete sotto il pianale, oppure nei fori di viti, sfiati o scoli d’acqua; in pratica, in ogni zona metallica che ritenete necessaria.

Togliete anche i pannelli delle portiere, così come quelli situati a fianco al divanetto posteriore, sotto il pannello che ricopre il portellone e, se riuscite, anche sotto la copertura in plastica del bagagliaio.

Prima di agire con lo spray, infilate bene in fondo il tubicino, poi spruzzando, lentamente sfilate il tubicino, questo farà sì che la cera si distribuisca omogeneamente in ogni direzione.

 

Come prevenire la ruggine sull’esterno della carrozzeria

Un altro tipo di ruggine è quella che si forma sulla carrozzeria esterna, con la caratteristica di risiedere sotto la verniciatura e facilmente osservabile attraverso la formazione di microporosità, piccole “bolle” ruvide al tatto.

Questo tipo di ruggine ha la caratteristica di non essere passante, ma solo superficiale e va trattata come indicato nella prima parte precedentemente esposta.

Per prevenire questo tipo di ruggine bisognerebbe effettuare almeno una volta all’anno (anche due se l’auto non viene solitamente tenuta al coperto) un buon lavaggio esterno di tutta la carrozzeria, asciugarla bene con un panno di daino e successivamente dare un’ intensa passata di cera, del tipo in pasta o quella liquida.

La cera va data con una spugna ben imbevuta di cera stessa (non con uno straccio), successivamente togliere lo strato bianco con un panno di lana, o microfibra, avendo cura di non darla sulle parti in gomma e/o plastica, altrimenti si rischia di diventare matti per toglierla, eventualmente mascherate queste parti con del nastrocarta per carrozzieri.

 

Altri consigli utili

Per prevenire poi  la formazione di ruggine nella parte inferiore, dove ci sono i tiranti, bulloni, molle degli ammortizzatori, etc…, si può agire con del buon WD40 (esiste anche in taniche da 5 litri), utilizzando un normale spruzzatore lo si distribuisce su tutta la scocca e le parti sopra indicate, comprese parti in gomma e plastica, attenzione però a non darlo anche sui tamburi e sui dischi dei freni.

Per tutte le parti in gomma e plastica (supporti, snodi, etc…) per mantenerle sempre morbide, così da evitare che si secchino precocemente,  consiglio di utilizzare della cera spray (meglio se cera d’api), quella che solitamente viene usata per i mobili, la considero meglio di quella per le auto.

Per quanto riguarda invece i cerchioni delle ruote, se volete proteggerli bene dalla ruggine, dategli una bella spazzolata utilizzando una spazzola in acciaio per trapano, successivamente passate del diluente su tutto il cerchione, tipo acquaragia ed alla fine verniciateli utilizzando del colore per alte temperature (tipo per marmitte auto, stufe, etc…) che trovate sotto forma di bombolette spray.

Di queste ne esistono di diversi colori, io vi consiglio un bel nero satinato, è un colore resistente e, se proprio volete fare un bel lavoro, passate il cerchione colorato con una pistola a calore, in modo da rendere più forte e duraturo il fissaggio.

Buon lavoro…

Render della nuova Niva

E’ un articolo di ormai qualche anno fa…. probabilmente la NUOVA vera NIVA non sarà nemmeno  parente di questa, che tra l’altro mantiene la struttura di base delle nostre amate,
ma come sembra utilizzerà il  pianale , forse, della Dacia Durster…..
Mi  sembra però una curiosità da condividere questa operazione di “restyling” della NIva …
lasciando peraltro molto dell’originale….

Lada Niva render

La casa costruttrice russa Lada (AvtoVAZ) svilupperà un nuovo SUV low-cost che sarà chiamato Lada Niva, come la storica vettura 4×4 prodotta dal marchio negli anni ’70. La nuova versione di quest’auto, il cui progetto è stato approvato anche da Vladimiri Putin, sarà destinata al mercato interno, ma ne è anche prevista l’esportazione. La vettura sarà costruita anche grazie ad una partnership con il gruppo francese Renault che fornirà a Lada la piattaforma del SUV low-cost di grande successo prodotto dalla sua controllata rumena: la Dacia Duster.

La nuova Lada Niva avrà due versioni principali: un modello a tre porte ed uno a cinque porte, costruito su una struttura leggermente più lunga. I render che pubblichiamo sono stati realizzati dal designer brasiliano Irmao do Decius e mostrano l’aspetto che potrebbe avere la nuova generazione di questi fuoristrada figli della guerra fredda.

Lada Niva render 3

La struttura del muso è simile a quella dell’originale, con gli indicatori di direzione posizionati sopra i fari. Si notano i grandi passaruota, i parafanghi ed il paraurti metallico che dovrà proteggere il motore dagli eventuali urti.

Lada Niva render 2

La Lada Niva originale fu un veicolo a suo modo rivoluzionario, soprattutto per via della trazione integrale permanente. Aveva un motore 1.6 a benzina da 72 cv che era ingrado di fornire alla vettura sovietica una velocità massima di 130 km/h. Le caratteristiche tecniche e le prestazioni del nuovo modello, invece, non sono ancora state rese note.

Fonte : http://www.allaguida.it, in inglese: http://www.autoevolution.com

Oggi parliamo di………raffreddamento(tappo del radiatore)

di Alessandro Ancarani

Il tappo del radiatore, questo sconosciuto.
Tutti, esperti o neofiti, prima o poi si trovano a confrontarsi con questo curioso aggeggio, se non altro perchè è comodamente accessibile anche per i più pigri che prima o poi lo aprono per vedere cosa c’è dentro.
Si trova sul radiatore e serve per mettere l’acqua nel sistema di raffreddamento.
SBAGLIATO.
E’ una cosa molto più complessa e cercheremo di capire perchè.
Il tappo del radiatore della NIVA non è un semplice tappo, come quello di una damigiana di vino, ma una valvola a due vie.
Partiamo dall’inizio.
Il sistema di raffreddamento della NIVA(come quello delle stragrande maggioranza delle altre vetture) deve avere al suo interno una pressione positiva.
Ovvero, detto in maniera semplice, deve essere in pressione.
Il perchè è semplice.
Il liquido di raffreddamento è una soluzione di acqua e antigelo che oltre una certa temperatura può iniziare a bollire e formare vapore che, abbiamo già visto, non raffredda più niente.
Come posso impedire che l’acqua bolla e faccia vapore?
Per prima cosa usare l’antigelo che inalza la temperatura di ebollizione.
Per secondo aumentare la pressione del sistema, ne più ne meno come una pentola a pressione.
E’ noto a tutte le massaie(ma anche ai massai maschi, non formalizziamoci) che la pentola a pressione permette di cuocere i cibi in tempi minori.
La spiegazione è semplice.
In una pentola normale al raggiungimento dei 100-110 gradi, se l’acqua è salata o ha altre sostanze in soluzione, l’acqua comincia ad evaporare producendo vapore. E la temperatura rimane costante su questi valori finchè tutto il liquido non è evaporato. In una pentola a pressione, essendo chiusa ermeticamente, la pressione provocata dall’evaporazione dell’acqua contrasta con il vapore che si sta formando. Il risultato è che la pressione aumenta, come la temperatura del liquido che può raggiungere i 130-140 gradi prima di iniziare a produrre di nuovo vapore. Il risultato è che i cibi a temperatura più elevata si cuociono prima. Altro fatto comunemente noto è che se vogliamo cuocere gli spaghetti in cima ad un monte, a 3000 metri, gli spaghetti non si cuociono mai.
Insomma la temperatura di ebollizione di un liquido è dipendente dalla pressione che viene esercitata sul liquido stesso.
Ma la pressione non può aumentare all’infinito pena l’esplosione del sistema(o della pentola che infatti ha dei sistemi preposti all’uopo per limitare l’eccesso di pressione)
Torniamo alla NIVA.
Il sistema di raffreddamento della NIVA(come la quasi totalità delle vetture) è un sistema in pressione.
Questo permette di raggiungere temperature di ebollizione più alte, specialmente se con la nostra NIVA affrontiamo un passo alpino a 2500 metri. Non solo ma la pressione influenza anche la capacità della pompa dell’acqua di cavitare ovvero(detto in maniera semplicistica) di formare bolle di gas, riducendo questo pericolo.
Ma la pressione del sistema non può crescere all’infinito pena lo scoppio dei manicotti e delle cartelle del radiatore.
Per cui aumentare la pressione ma non troppo.
Chi si occupa di questa mansione?
Il nostro amico tappo del radiatore.
Come è fatto il tappo del radiatore.
Il tappo del radiatore è, schematicamente, una porta che chiude lo scarico del sistema di raffreddamento.
Porta che è contrastata nella sua apertura da una molla, quella mollettina che si vede quando si ha il tappo fra le mani.
La pressione del sistema di raffreddamento dipende dal carico di questa molla. Quanto più la molla è dura quanto maggiore è la pressione del sistema.
Una volta che la pressione del sistema bilancia la compressione della molla questa fa passare il liquido nella vaschetta di espansione e la pressione rimane costante.
LA PRESSIONE DEL SISTEMA DI RAFFREDDAMENTO DELLA NIVA È COMPRESO FRA GLI 0,5 ED I 0,8 BAR.
Se la molla si rompe, si sfianca o la guarnizione che chiude il radiatore perde, la pressione del sistema cala ed aumenta il rischio di ebollizione specie in montagna o con poco antigelo nell’acqua, o tutte e due. A volte un motore che scalda o una guarnizione della testa bruciata dipende da un tappo del radiatore difettoso.
Se la molla, che all’interno ha una specie di tubetto telescopico che fa da guida, si blocca, la pressione aumenta in maniera incontrollata provocando lo scoppio dei manicotti in gomma e del radiatore(oltre a quello del riscaldamento interno). A volte i manicotti o le fascette dei medesimi che perdono vengono accusati ingiustamente di essere vecchi o crepati o stretti male, mentre è colpa del tappo del radiatore che è inchiodato.
Dopo che il motore viene fermato, però, il sistema si raffredda e la pressione di conseguenza cala ed anche di parecchio.
Se il tappo fosse semplicemente come quello descritto nel sistema si creerebbe una depressione che farebbe letteralmente collassare i tubi ed il radiatore.
E qui interviene ancora il tappo del radiatore che nella parte più interna ha una valvolina, concettualmente uguale alla guarnizione esterna del tappo ma rovesciata nel flusso, che si apre con la depressione e fa in modo che il liquido che è defluito nella vaschetta di espansione possa venire letteralmente risucchiato nel sistema di raffreddamento evitando che questi si collassi.
Quindi in sintesi:
il tappo del radiatore non è un semplice tappo ma è un valvola a due vie.
la parte esterna serve per mantenere costante la pressione del sistema di raffreddamento aprendosi attorno a valori compresi fra i 0.5 e 0.8 bar.
la parte interna serve a evitare fenomeni di depressione e richiamare il liquido finito nella vaschetta di espansione aprendosi a pressioni di 0.1-0.2 bar.
Diagnosi.
Modo superprofessionale.
Si applica un manometro, con scala da 0 a 1.6 bar, su un T montato su uno dei tubi che va al corpo farfallato(nelle Mpi e Spi)o su un tubo del riscaldamento nella 1600.
Si mette in moto il motore, si aspetta che partano le ventole e si legge la pressione.
Meno preciso, ma comunque indicativo, a motore caldo si aspetta che partano le ventole e indossando un guanto per non scottarsi si tasta il manicotto che dalla testa va alla parte superiore del radiatore. Al tatto deve risultare elastico e moderatamente comprimibile. Se risulta troppo morbido ed improntabile vuol dire che la guarnizione del tappo perde o la molla del tappo si è sfiancata o la valvolina interna di ritorno è rotta. Se il tubo risulta duro e poco improntabile vuol dire che la guida della molla è inchiodata ed il tappo non si apre bene. Se a motore freddo i tubi sono collassati, vuol dire che la valvolina interna di ritorno del tappo è inchiodata oppure otturata da ruggine o turafalle di pessima qualità.
Per la valvolina interna esiste anche un altro sistema empirico di diagnosi.
Mettere le labbra a O aperta(come davanti ad una emozione o uno stato di stupore manifesto).
Applicare le labbra alla corona esterna della guarnizione del tappo ed aspirare. Si dovrebbe, con poco sforzo, sentire entrare dell’aria in bocca.
Quali tappi usare.
Per la 1600 con radiatore in ottone il tappo standard è quello FIAT a molla corta da 0.5 BAR.
Per le 1700 con radiatore in alluminio e plastica il tappo standard è quello FIAT a molla lunga da 0.7 BAR.
Sono tappi facilmente reperibili dai ricambisti generici e (curiosità) anche presso i ricambisti agricoli essendo tappi in uso sui trattori FIAT e New-Holland.
Non è prevista nessuna sostituzione periodica.
Basta ogni tanto controllare la guarnizione in gomma che sia integra come la sua sede nel radiatore(specie se di ottone), tastare la molla che si comprima e scorra bene, aspirare con la bocca stupita come descritto sopra, controllare lo stato dei tubi come già detto.
Non lesinare sui ricambi e quindi che siano di certa provenienza.
Tappo del radiatore.
Ovvero “Sua Maestà Il Tappo Del Radiatore”.