Minimo incostante e.. problemi agli stop…

Come da titolo ho lottato per mesi con un minimo ballerino che mi ha reso la vita difficile in città tra rotatorie e stop, QUASI ogni volta che mi fermavo per dare precedenza rilasciando pedale accelleratore si spegneva  l’auto …
Mi sono ritrovato stamani in un gruppo FB a parlare del problema e cosi ho deciso di raccontarlo anche qui, cosi la prossima volta indico solo il link…!!!
La racconto con termini non tecnici mi perdonino e correggano gli specialisti:
Parlo della versione  con centralina elettronica ( quella a carburatori ha tutto un’altro sistema ovviamente)
Quando si rilascia il pedale ( o appena si mette in moto) la centralina controlla il numero dei giri ( sensore albero a camme + sensore albero a gomiti)  e se basso apre la “farfalla”  del corpo farfallato provocando una accellerazione  per compensare.
Infatti io alla fine ad ogni stop mentre frenavo cercavo di tenere anche il piede su pedale accelleratore per tenere su i giri..
Nel mio caso se tenevo il pedale leggermente premuto il numero dei giri rimaneva costante sui 1000…Questo mi dava certezza che gli iniettori, le candele, i cavi relativi etc svolgevano il loro lavoro, ovvero la carburazione era OK ma avevo un problema nel sistema di regolazione automatica dei giri al minimo.
Comunque voglio fare un elenco delle cose da fare col minimo irregolare  aggiungendo anche  la pulizia del corpo Farfallato e la eventuale infiltrazione di aria in eccesso…

manicotti

1- Controllare  manicotti del corpo farfallato e filtro, NON DEVE essere aspirata aria in eccesso:

 

2- Pulizia del corpo farfallato, i vapori di olio vengono reindirizzati nel corpo per farli “bruciare” ai fini anti-inquinamento ma spesso si forma un ristagno che causa eccessi di olio al minimo che sogffocano carburazione..( per questo conviene fare “tirate” sui 3000 giri ogni tanto ed anche per pulire la marmitta cataliticcorpofarfallatoa)
si elimina olio in eccesso con panno che non lasci fibre sparse poi si spruzza spray apposito nel corpo mentre si accellera..

 

3- Controllo anomalie sensori/attuatori con Scanner ODBII  per Niva esiste una APP di un russo che si interfaccia con dispositivi cloni ELM che si inseriscono su presa centralina e in BlueTooth  si connettono allo smarphone con Android..
ru.spb.OpenDiag_1
OPENDIAG

qualsiasi  app di diagnosi ODBII  ( come Torque ) fa vedere  i dati ODBII standard ma QUESTA è nata per la NIva…e quindi fa molto di più, dando  molte informazioni in più
facendo  anche resettare errori :    https://apkplz.net/app/ru.spb.OpenDiag

 

 

4- Tra i  possibili problemi come ho scritto sopra   il maggior incriminato è l’attuatore o motorino passo passo (elemento 5)passo
che non accellera per compensare al calo di giri…

Questo lo cambiò il mio meccanico quando ormai mi ero arreso e il minimo era tornato a fare le bizze con addirittura innalzamenti casuali e spontanei dei giri sui 3000 senza toccare accelleratore: questo è il vero segno evidente del motorino impazzito..
perchè quando diventa pigro ovvero “a volte” non innalza i giri ed a volte si è molto subdola la diagnosi se NON va in errore segnalato dallo scanner ODBII.

Gli dissi che secondo me era rimasto solo quello, dovevo ingrassare auto e non ho ponte,
quindi delegai tutto a lui:
cambiato motorino e PULITO bene corpo farfallato

ORA fermarsi alle rotatorie o ai semafori non è più un dramma…

Costo credo di averlo pagato sui 18-20 euro..
Ogni tanto faccio una scorta su un sito Ukraino ( lo trovate nei link) che ha prezzi eccezionali ma per avere presto occorre fare spedizione costosa, quindi  meglio fare un bel carrello..

5- IO ho sostituito ( mi dava errori lo scanner) anche  il sensore ( dell’albero a camme)  che in qualche modo in coppia con albero a gomiti controlla lo stato dei cilindi e dei giri del motore..
sensoreCome si vede ( punto 7)  il sensore in plastica è infilato sulla testata e retto da una sola vite, abbastanza semplice da raggiungere, forse meglio smontare il cofano che essendo controvento ostacola accesso al vano motore, ovviamente operare a motore freddo per evitare scottature.
Il sensore ha forma cilindrica e si “dovrebbe” sfilare con facilità dopo aver tolto lbulloncino a sostegno… MA… nel mio caso era ingrossato dalle dilatazioni termiche subite negli anni ( 9 circa)   e forzando temevo si potesse rompere involucro e seminare pezzi sul castello delle valvole e relative molle con effetti drammatici , qualcuno consiglia in casi ostinati di rimuovere coperchio punterie (approfittando per fare ispezione e controllo alle valvole )  e mettere un panno a protezione in modo che eventuali rotture non disperdano pezzi indesiderati..
Io onestamente mi appoggio ad un amico meccanico, faccio quello che so da solo  e quando non so come procedere lo invoco..
con meno paura di me lui in modo deciso ma delicato ( evidentemente) ha sfilato il bulbo ostile  e con molta più semplicità inserito il nuovo.
Costo dagli 8 ai 13 euro dipende dal venditore.

** non Parlo del sensore Albero a Gomiti  che in coppia con sensore albero a camme da alla centralina informazioni  la posizione dei cilindi e dei giri del motore..semplicemente perchè non lo presi in cosiderazione allora.. quindi mi riservo di integrare articolo con la posizione ed il ruolo esatto dello stasso ( nel mio caso non è stato sostituito)
Ricordo che più che manuali tenici questi sono resoconti di esperienze personali di “possessori” di Niva non di meccanici professionisti….

6- Un altro elemento da considerare a scalare è il MAF o debimetro,  che nelle auto a benzina ha un ruolo importante nella regolazione della carburazione specie al minimo:
Credo sia trattato in altro articolo del nostro sito in modo ben più tecnico.
Alcuni suggeriscono una pulizia della parte interna,  il vero e proprio sensore molto delicato, con un disossidante per circuiti elettronici NON OLEOSO, altri dicono che si deve cambiare ..irrimediabilmente
Il costo per la Niva va dai 40 eu in su…

Gli attriti e la lubrificazione della trasmissione

di Alessandro Ancarani

(trascrizione e redazione di Andrea Balzarini)

Gli attriti

In passato mi occupavo di tribologia, la scienza degli attriti, e proprio di attriti parleremo, perché, nei vari interventi di manutenzione della macchina gli attriti sono sempre all’ordine del giorno, che si tratti della scatola del cambio, del motore o di qualsiasi altra parte meccanica.  Vorrei approfondire brevemente la questione della lubrificazione. Naturalmente noi ci occupiamo qui soprattutto della Lada Niva, ma il discorso vale anche per la porta o il catenaccio di casa, insomma per tutti i componenti meccanici ove ci sia contatto tra due o più elementi metallici.

Il problema centrale di tutti i componenti meccanici che vengono in contatto tra di loro è dovuto al fatto che le superfici godono, o meglio soffrono, della proprietà dell’affinità molecolare: due molecole o due atomi della stessa sostanza tendono ad attrarsi fra di loro. L’affinità molecolare spiega anche l’origine della pioggia. Se l’aria si riempie di molecole di acqua, queste molecole tendono a unirsi quando si trovano l’una vicina all’altra; quando gli “agglomerati” di molecole identiche (in questo caso di acqua) diventano molto grandi e pesanti, iniziano a cadere e determinano la pioggia.

Lo stesso fenomeno si verifica nelle nostre macchine. Due ingranaggi di acciaio accoppiati fra loro cominciano a scambiarsi degli atomi e delle molecole. Anche in questo caso, quando gli “agglomerati” di molecole tutte identiche diventano molto grandi, si staccano e gli ingranaggi si consumano.

ingranaggi

Facciamo un esempio: avete mai smontato il motorino del tergicristallo? Se lo faceste, potreste notare che all’interno si trovano un ingranaggio di acciaio e uno di nylon. Perché proprio di nylon? Semplice: perché in questo modo si diminuisce l’usura, grazie al fatto che la struttura molecolare del nylon è completamente diversa da quella dell’acciaio. Così, anche se un ingranaggio sfrega sull’altro, non vi è scambio di sostanza. Questo è anche il motivo per cui i cilindri sono di ghisa e i pistoni sono di alluminio e per il quale le bronzine non sono fatte di acciaio.

Con l’olio si ottiene lo stesso risultato. Perché l’olio ha una funzione lubrificante?

Perché evita che il metallo di un olio su  ingranaggi ingranaggio, o di una bronzina o di un pistone dentro un cilindro, venga in contatto con l’acciaio o con il metallo molto simile che si trova nel componente ad esso accoppiato.

Come si gestiscono le superfici di contatto?

La funzione dell’olio come lubrificante spiega anche la necessità che gli olii presentino una certa durezza. Infatti, se fossero troppo teneri, il velo creato tra un ingranaggio e l’altro non sarebbe sufficiente a impedire completamente il contatto tra le due parti di metallo. Per questa medesima ragione, quando partite con l’auto è sempre bene procedere adagio, perché l’olio deve avere il tempo per stendersi completamente sulle superfici di contatto che deve preservare.

Si può anche optare per gli olii, come i Bardahl, con additivi (per esempio il fullerene), additivi capaci di ridurre ulteriormente lo scambio molecolare. Questo spiega perché alcuni motori possano durare un milione di chilometri mentre altri no.

Parliamo quindi dei giunti omocinetici, le crociere e tutti i componenti meccanici che vengono ingrassati con il grasso al bisolfuro di molibdeno.

grasso al molibdeno All’interno di questo grasso sono presenti microparticelle sferiche di bisolfuro di molibdeno, una sostanza morbidissima e completamente diversa dall’acciaio. Questo lo rende in grado di rivestire, “verniciare” le superfici accoppiate che, in questo modo, non possono entrare in contatto diretto tra loro. È per questa ragione che si tratta del miglior lubrificante per le crociere e per i giunti omocinetici della vostra Niva.

Non fidatevi di quanti dicono che bisognerebbe preferire il grasso al litio perché è più scorrevole e resiste meglio alle alte temperature. Usate il grasso nero ovunque vi siano parti che si muovono, persino sulle cerniere delle portiere e sui leveraggi, come quello della frizione, i cuscinetti dei mozzi e persino il motorino del tergicristallo. Il fatto che le industrie automobilistiche non lo utilizzino è dovuto semplicemente a ragioni di natura economica (il grasso al bisolfuro di molibdeno è relativamente costoso); sulle linee di montaggio delle automobili, infatti, si cerca di risparmiare anche sui dettagli più piccoli.

Com’è fatto il grasso e perché deve essere sostituito periodicamente

Dovete pensare al grasso come a una spugna di sapone di litio che assorbe il lubrificante, ovvero l’olio. All’interno dei cinematismi, l’olio viene trattenuto e rilasciato gradualmente perché possa rivestire le superfici di contatto. Avete presente tutte le gradazioni come NGL1, NGL2, NGL3 e così via? Esse esprimono la densità della “spugna”, a prescindere dalla gradazione dell’olio con cui viene impregnata. Ciò significa che la densità e la capacità lubrificante di un grasso sono svincolate l’una dall’altra. Ovvero, ci sono grassi molto morbidi che hanno olii molto duri e viceversa.

Se state ingrassando le crociere, non dovete fermarvi quando vi accorgete che il grasso vecchio inizia a uscire: il grasso deve essere cambiato integralmente. Del resto, quando si cambia l’olio del motore, lo si fa integralmente, perché l’olio vecchio, con l’andare del tempo, ha perso le sue caratteristiche. Perciò quando ingrassate le crociere, smettete di pompare grasso nuovo solo quando vedrete fuoriuscire del grasso pulito: a quel punto saprete con certezza di averlo sostituito completamente. Altrimenti lascereste nella crociera un grasso impoverito, dove è rimasta solo la “spugna”, ma non l’olio.

Tensionamento manuale della catena di distribuzione

di Andrea Balzarini

Per i modelli precedenti alla versione 1.7 iniezione multipoint, ovvero per i modelli 1.6, 1.7 a carburatore e 1.7i SPI, il manuale d’officina prevede un intervento di manutenzione ordinaria, spesso disatteso da molti possessori di Lada Niva, ma non per questo meno importante: il tensionamento della catena di distribuzione. Le motorizzazioni Diesel sono naturalmente eccettuate, perché equipaggiate con motore Peugeot con cinghia di distribuzione.

La procedura prevede di allentare il dado che insiste sul tensionatore, far ruotare l’albero motore per 2-3 giri e serrare di nuovo il dado: tutto qui!

Ma non tutti hanno a disposizione la manovella per l’avviamento manuale, che serve per mettere in rotazione l’albero motore. Esiste però un sistema molto semplice, oggetto di questo breve articolo. Questa procedura mi è stata suggerita da Alessandro Ancarani.

Occorrente:

Cric; chiave del 13; chiave specifica per le candele.

Procedura:

  1. Selezionare la marcia più alta (generalmente la quinta; la quarta per i più vecchi 1.6), con la leva del riduttore nella posizione delle marce normali.
  2. Rimuovere le candele. Questa operazione (non indispensabile, ma raccomandata) ha come scopo la riduzione della compressione all’interno del motore, utile per rendere più facile la rotazione manuale dell’albero. È anche una buona occasione per osservare lo stato delle candele e per una loro eventuale pulizia o sostituzione.
  3. Con il cric in dotazione, o meglio con un cric idraulico, sollevare una delle due ruote anteriori.
  4. Allentare il dado del tensionatore. È facile individuarlo: si trova sul lato destro del motore, sopra l’alternatore e si trova in testa a una colonnina cilindrica.TimingChainBolt
  5. Con le mani ruotare la ruota che avete sollevato nel senso di marcia (in senso orario se è l’anteriore destra, in senso antiorario se si tratta dell’anteriore sinistra) per 3-4 giri. Non ci vorrà molta forza se sono state rimosse le candele.
  6. Abbassare l’auto con il cric.
  7. Stringere con forza il dado del tensionatore.
  8. Rimontare nelle rispettive sedi le candele.

Conclusioni:

Il tensionamento della catena di distribuzione dovrebbe essere effettuato ogni 10.000 chilometri.
Nel mio caso, non sapendo quando fosse stato effettuato la volta precedente (ho ereditato da non molto la mia Niva), ho provveduto a farlo.
Con mio grande piacere è scomparso un fastidioso ticchettio che proveniva dal motore, specie ai bassi regimi e a freddo.

Una buona massa

di : Riccardo Altamura

 

Sulla Niva molti problemi elettrici (e non solo) possono essere causati principalmente dal contatto della massa che non è ottimale, vuoi per ossidazione del punto di contatto sulla carrozzeria o per gli stessi spinotti (quelli originali di serie) di contatto ad occhiello che sono di  scarsa qualità.

Per prima cosa sarebbe meglio sostituire questi spinotti, uno ad uno, con altri analoghi, ma ovviamente di migliore fattura; ce ne sono diversi sparsi qua e là, la maggior parte si trovano nel cofano motore, ma altri sono anche nascosti sotto le coperture in plastica degli interni, è un pò come fare una sorta di caccia al tesoro…

Un’altra ottima soluzione per garantire alla vostra Niva una buona massa sulla carrozzeria è quella di far partire dal negativo del morsetto della batteria due cavi di generoso spessore, uno in parallelo a quello già esistente che è subito in prossimità della batteria stessa (vedi figura 1) ed un altro che, sempre dal morsetto del negativo, si collega al motore, nello specifico su un sostegno vicino al collettore di aspirazione (vedi figura 2).

Fig.2 : Cavo a massa da 5mm. messo in aggiunta a quello di serie, in prossimità della batteria
Fig.1 : Cavo a massa da 5mm. messo in aggiunta a quello di serie, in prossimità della batteria
Cavo autocostruito a massa collegato in prossimità del collettore di aspirazione
Fig.2: Cavo autocostruito a massa collegato in prossimità del collettore di aspirazione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ buona regola sapere che in un cavo elettrico maggiore è la sua sezione (inteso come diametro), migliore sarà la sua conducibilità elettrica ed avrà anche una minore dispersione, ma anche costi molto alti.

Se a casa avete un pezzo di filo del tipo classico tripolare, con sezione standard da 1 mm. per filo, vi suggerisco un modo per farvi da soli un ottimo cavo, paragonabile ad uno singolo con sezione da 6 mm.

Di seguito la spiegazione sotto forma di immagini…

Cavo elettrico2014-05-29 14.37.222014-05-29 14.38.08

2014-05-29 14.39.40

 

 

 

 

 

2014-05-29 14.41.47

 

 

 

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2014-05-29 14.51.082014-05-29 14.51.20

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Tensionamento cinghia alternatore

Cari amici nivisti, posto qui una brevissima guida sul tensionamento cinghia alternatore; La cinghia alternatore comanda anche la pompa acqua e quindi ricordiamoci quando la tendiamo di non tenderla troppo!

Come si fa? più semplice a farsi che a spiegarsi!

Innanzitutto, dove troviamo l’alternatore? sdraiandosi sotto la macchina sotto il cofano vediamo tre lamiere di protezione: quella centrale più grande e due più piccoline ai lati sinistro e destro; togliete quella lato passeggero e vedrete l’alternatore. Ora, nella parte posteriore dello stesso dovrete allentare la vite che tiene fermo l’alternatore. Praticamente tale vite è esattamente dalla parte opposta di quella indicata dalla freccia rossa:

Image

allentata la vite rimettetevi in piedi aprite il cofano e potrete vedere che l’alternatore  è fissato anche con un ‘altra vite da 13 ad un asola che è appunto quella di regolazione indicata dalla freccia blu: allentatate la vite

Image

A questo punto fate leva (potete usare un grosso cacciavite) e allontanate poco poco l’alternatore dal blocco motore facendolo scorrere lungo l’asola di regolazione; contemporaneamente ri-fissate la vite sull’asola di regolazione (per far questo vi potete aiutare con una chiave a cricchetto). Fissata la vite sull’asola è ora di fissare quella che trovate sotto e che avevate smollato all’inizio. Tutto qui! rimontate la lamiera protettiva e siete a posto.

NB: non tensionate troppo la cinghia perchè essa comanda la pompa dell’acqua e i cuscinetti della pompa potrebbero risentirne. METODO EMPIRICO: DOPO AVER RITENSIONATO LA CINGHIA, DA SOPRA E OVVIAMENTE A MOTORE SPENTO SPINGETELA CON UN DITO NELLA PARTE INDICATA DALLA FRECCIA NELLA PROSSIMA FOTO: ESSA DEVE CEDERE DI CIRCA 1 CM O POCO MENO; SE NON CEDE E’ STRETTA TROPPO E QUINDI ALLENTATELA QUEL POCO CHE BASTA!

alternatore4

Ciao a tutti!!

Luca Ioris

Sostituire l’olio al motore

Di : Riccardo Altamura

Introduzione e scelta del tipo di olio

Sostituire l’olio al motore della Niva è un’operazione molto semplice e assolutamente alla portata di chiunque e, se la sostituzione ve la fate da soli, vi farà risparmiare un po’ di soldi in termini di manodopera, diciamo da un minimo di 10 euro in su, a seconda dell’onestà del vostro meccanico.

L’olio va sostituito almeno ogni 10.000 Km. ed insieme all’olio motore è buona regola sostituire anche il filtro dell’olio, ma veniamo nel dettaglio di cosa abbiamo bisogno prima di procedere.

Come primo consiglio è quello di acquistare un buon olio lubrificante perché va a tutto vantaggio dell’efficienza e della durata del motore, non lesinate sulla qualità.

Come olio è consigliato usarne uno del tipo sintetico; mentre per quanto riguarda la sua gradazione la scelta va in base alla zona (intesa come area geografica), di utilizzo ed in base alla stagione.

Di seguito una tabella riassuntiva dove nella colonna di sinistra è riportato il grado di viscosità consigliata; mentre in quella di destra è indicata la rispettiva temperatura ambientale del periodo di utilizzo.

Grado di viscosità

SAE

Campo di temperatura

Da .. a .. °C

5W – 20 Da -40 a -10
5W – 30 Da -40 a +10
5W – 40 Da -40 a +20
5W – 50 Da -40 a  +10 / +20
10W – 30 Da -30/-20 a +30
10W – 40 Da -30 a +40
10W – 50 Da -30 a +50
15W – 40 Da -22/-15 a +40
15W – 50 Da -22 a +50
20W – 40 Da -10 a +40

Nel  nostro paese (Italia) le gradazioni più utilizzate sono quelle con il grado di viscosità 10W-40 e 15W-40, le quali hanno un’ escursione di utilizzo termico ambientale consono al clima del paese stesso.

Per quanto riguarda il filtro dell’olio, di marche idonee ce ne sono molte, di seguito le principali da richiedere al vostro ricambista di zona:

FIAT 46805829
MANN & HUMMEL W914/2
FAM PH5112
MAHLE OC4
PURFLUX LS149
FIAAM FT5103
FRAM PH9732

Attrezzatura

Passiamo ora a vedere quali sono gli attrezzi necessari per effettuare questa operazione:

– 1          CHIAVE (a cricchetto) DEL 13

– 1          CHIAVE (a cricchetto) DEL 8

– 1          CHIAVE A BRUGOLA DEL 12

– 1          CHIAVE INGLESE DEL 12

– 1          CARAFFA GRADUATA

– 1          CONTENITORE PER RACCOGLIERE L’OLIO VECCHIO

Procedimento

Il cambio dell’olio si può effettuare anche senza alzare l’auto da terra, ma ovviamente l’operazione in questo caso sarà un po’ scomoda, meglio se posizionate la vostra Niva su un ponte idraulico, oppure sollevandola un po’ da terra mettendo le ruote su quattro rispettive rampe.

Per prima cosa andrà smontato in parte il para-coppa che fa, appunto, da protezione al basamento del motore, andrà tolta la parte anteriore centrale, e di seguito quella posteriore centrale, utilizzando per tutte e due la chiave del 13.

A questo punto, dovete togliere la protezione più piccola che si trova a sinistra (tenendo conto come se foste seduti al posto di guida) utilizzando la chiave del 8, la protezione avvitata sulla destra, per questo tipo di intervento, non è necessario toglierla.

Immagine

Ora posizionate sotto la coppa dell’olio un recipiente per raccogliere l’olio vecchio che andrete a scaricare, successivamente con la chiave a brugola del 12 dovete svitare il tappo di chiusura dello scarico, se non riuscite con la sola chiave a brugola, aiutatevi facendo forza con una chiave del 12 innestata sulla stessa chiave a brugola.

DSC00877                       DSC00879

Tolto il tappo, l’olio incomincerà ad uscire, attendete qualche minuto fino a quando vedete che non ne scenderà più.

A questo punto dovete sostituire il filtro dell’olio (è quel cilindro che vedete avvitato sul lato sinistro del motore appena sopra la coppa dell’olio), si dovrebbe svitare con le mani, applicando una certa forza, magari usandole tutte e due, se però non dovesse svitarsi, potete utilizzare una chiave apposta chiamata appunto “chiave svita filtro”.

DSC00882

Appena vedete che di olio non ne esce più, avvitate un nuovo filtro, stringendolo con la forza delle sole vostre mani, non prima però di aver lubrificato con un po’ di olio la guarnizione del filtro stesso.

Avvitate anche il tappo di scarico sotto la coppa, anche quello stringendolo con la sola chiave a brugola, senza usare altre chiavi per aumentare la forza.

Ora è giunto il momento di immettere l’olio nel motore, da manuale la quantità è di 3,75 L., ma come consiglio, vi suggerisco di inserirne prima circa 3,2 L., poi, atteso un tempo ragionevole di qualche minuto, giusto per far scendere tutto l’olio nel basamento, verificate il livello attraverso l’astina di controllo.

                                                                            DSC00884     

     

Se dopo il primo riempimento di 3,2L. vedete che il livello è quasi arrivato alla tacca del massimo, non ne aggiungete per il momento dell’altro, all’inizio però verificate il livello ad ogni singolo viaggio che fate, anche breve, in modo da controllare che il livello si mantenga vicino  alla tacca del massimo, eventualmente raboccate.

Tenete presente che tra il livello minimo e massimo, indicato sulla stessa astina, significa una quantità di olio di 0,5 L.

Una volta verificato che dal tappo e dall’innesto del filtro non vi sono perdite di olio, potete procedere al rimontaggio delle protezioni del sotto motore.

 

 

PNEUMATICI PER LA LADA NIVA 4×4

Quando siamo in procinto di dover cambiare gli pneumatici della nostra Niva, ci troviamo un po’ disorientati su quale marca e tipo scegliere e molte volte abbiamo il serio dubbio se la scelta finale faccia veramente al caso nostro.

La Niva, nella maggior parte dei casi, ha sul libretto due misure standard: 175/80 R16 e 185/75 R16, essendo misure strette con spalla alta, hanno il vantaggio di offrire un buon compromesso tra tenuta di strada, consumi e migliore capacità nell’affrontare diverse condizioni del terreno, anche estremo, offrendo anche una varietà di battistrada soddisfacente per il tipo di mezzo.

Ovviamente poi esistono diverse altre misure che vengono montate (e a volte anche adattate) su cerchi da 15”, che possono offrire qualche vantaggio, soprattutto estetico, ma che, con la discreta potenza del motore della Niva, in realtà non riescono a rendere in termini prestazionali nel fuoristrada quanto invece viceversa riescono a fare i primi, a larghezza ridotta.

Di seguito una tabella in cui vengono selezionate le principali case costruttrici di pneumatici che producono le misure per le nostre Lada 4X4, non sono specificati modelli ad uso tipicamente stradale, ma quelli che spaziano da un minimo di utilizzo in fuoristrada (20%), fino ad un uso fuoristradistico assoluto.

Nella colonna delle note viene indicata la specifica dello pneumatico e la percentuale tra  strada e fuoristrada, sono stati volutamente omessi i prezzi, in quanto lo stesso pneumatico si può trovare a costi diversi.

Le marche qui indicate rappresentano una parte di quelle che esistono ed è possibile ordinare, anche acquistabili all’estero, ma coprono comunque un’ ampia scelta di utilizzo per soddisfare tutti i gusti.

Buona scelta…

niva-v-botinkax-1

ELENCO PNEUMATICI

Marca

Modello

175/80 R16

185/75 R16

195/80 R15

205/75 R15

215/75 R15

225/70 R15

Note

Strada/OR

Avontyres

Ranger A-T

X

M+S

50/50

BFGoodrich

All Terran TA KO

X

M+S

50/50

 

Mud Terrain T/A KM2

X

OR

20/80

 

Winter Slalom KSI

X

X

Invernale

80/20

Black Star

DAKOTA

X

M+S

30/70

 

Broadway

X

X

X

M+S

70/30

 

Globe-Trotter

X

X

M+S

50/50

Coopertires

Discoverer A/T3

X

M+S

60/40

 

Dicoverer A/T

X

M+S

60/40

Dunlop

Grandtrek AT3

X

X

Estivo

60/40

 

Grandtrek AT2

X

X

Estivo

70/30

Falken

LA/AT

X

M+S

50/50

Fulda

Tramp 4×4 H

X

Estivo

80/20

 

Conveo Tour

X

Estivo

80/20

 

Conveo Trac

X

Invernale

80/20

General GRABBER

GRABBER AT2

X

X

X

M+S

50/50

Goodyear

Cargo UltraGrip 2

X

Invernale

80/20

 

Wrangler HP All Weather

X

M+S

80/20

 

Wrangler AT/SA

X

Estivo

50/50

Hankook

Dynapro ATM

X

M+S

50/50

 

Dynapro MT

X

M+S

30/70

 

RT03

X

Estivo

30/70

 

RF10

X

X

M+S

50/50

INSA TURBO

Globe-Trotter Ranger

X

M+S

50/50

 

DAKAR

X

M+S

20/80

 

Caiman Sahara

X

X

M+S

25/75

Kama

301

X

M+S

80/20

 

511

X

M+S

50/50

232

 X

M+S

50/50

Kumho

Road Venture MT KL71

X

X

M+S

20/80

 

MT KL78

X

X

Estivo

50/50

LA PICENA

Integrale  PRO-GRIP2

X

X

X

Invernale

60/40

 

Integrale    PRO TRAX

X

X

X

O/R

20/80

 

Integrale DISCOVER

X

X

M+S

50/50

 

Integrale HITRAK

X

X

O/R

15/85

 

Integrale Speciale M+S4

X

M+S

50/50

Lerma Gomme

Vrangler

X

X

X

M+S

60/40

 

Good Rider

X

M+S

60/40

 

Cross Power

X

X

OR

10/90

 

Wild Power

X

X

X

OR

30/70

 

Mud Trak

X

X

OR

20/80

 

Super Trak

X

OR

10-90

 

Trial Extreme

X

OR

5/95

MARIX

MPC

X

X

M+S

40/60

 

Panther

X

M+S

50/50

 

Puma

X

X

X

O/R

20/80

 

Lion

X

X

X

OR

10/90

Tagom Tires

Mud Sport

X

X

X

OR

40/60

 

Shark

X

X

X

OR

10/90

 

Road Diablo

X

X

OR

10/90

 

Lodo

X

X

X

OR

30/70

Toyo Tires

Open Country A/T

X

X

X

M+S

60/40

Voltyre

VLI-5 PR4

X

Estivo

40/60

Yokohama

Geolander IT+

X

M+S

80/20

 

Geolander A/T-S (G012)

X

X

M+S

60/40

Ziarelli

MUD POWER

X

X

X

X

X

M+S

35/65

CROSS

X

X

X

X

OR

10/90

TRAC

X

X

X

X

X

OR

30/70

BFG

X

X

X

M+S

30/70

CRUISER

X

X

X

X

M+S

50/50

4X4

X

X

M+S

80/20

MS 4

X

M+S

40/60

ARTIGLIO

X

OR

10/90

COMPETITION

X

X

OR

0/100

WRANG 2

X

X

M+S

50/50

WRANG

X

X

X

X

M+S

40/60

In aggiornamento…

Cambio Olio ponti e riduttore

Cari amici nivisti, mi sembrava utile scrivere una piccola guida per il cambio olio ai ponti anteriore, posteriore e differenziale.

L’operazione non è difficile, solo un po’ scomoda per chi non ha il ponte o le pedane, ma comunque assolutamente alla portata di tutti.

Per prima cosa: ogni quanto va cambiato l’olio? Consigliamo di sostituirlo ogni 30.000 km, controllo del livello ed eventuale rabbocco ogni 10.000 km.

Quale olio usare?

Riduttore:

80W90 GL4/GL5 o in alternativa

75W90 GL4/GL5

quantità 0,75 L.

Differenziale anteriore

80W90 GL4/GL5 o in alternativa

90W140 GL4/GL5

quantità 1,15 L.

Differenziale posteriore:

80W90 GL4/GL5 o in alternativa

90W140 GL4/GL5

quantità 1,3 L.

Nella seguenti immagini sono indicate le posizioni dei tappi di introduzione e scarico:

RIDUTTORE

Usare la chiave a brugola del 12 per svitare il tappo di scarico olio

Usare la chiave a brugola del 12 per svitare il tappo di introduzione olio

DIFFERENZIALE ANTERIORE

Usare la chiave a brugola del 12 per svitare il tappo di scarico olio

Usare la chiave del 17 per svitare il tappo di introduzione olio

DIFFERENZIALE POSTERIORE

Usare la chiave a brugola del 12 per svitare il tappo di scarico olio

Usare la chiave a brugola del 12 per svitare il tappo di introduzione olio

AVVERTENZE:

Se i differenziali anteriore e posteriore risultano particolarmente rumorosi, utilizzare le gradazioni 90w140 per il cambio. L’olio di tale gradazione, essendo molto denso, è particolarmente indicato per i differenziali, i cui ingranaggi girano lentamente, diminuendone la rumorosità.

Per il riduttore si consiglia di utilizzare ESCLUSIVAMENTE la gradazione 80w90 o 75W90 in quanto i suoi ingranaggi, al contario di quelli dei differenziali, girano molto velocemente e con un olio denso come il 90W140 diventerebbero roventi!!

Per il riempimento consigliamo di utilizzare una siringa per olio di 0,5L con prolunga flessibile di almeno 20 cm; questo facilta l’introduzione dell’olio specialmente sul differenziale anteriore che è il più scomodo da raggiungere lavorando da sotto senza ponte.

NEL DIFFERENZIALE POSTERIORE NON INSERIRE MAI UNA QUANTITA’ DI OLIO MAGGIORE DI QUELLA INDICATA, OVVERO 1,3 L IN QUANTO L’OLIO IN ECCESSO POTREBBE FINIRE SUI FRENI CON OVVIE CONSEGUENZE!!!

Tempistiche di esecuzione: dai 45 minuti ad 1 ora comprensivi di scarico olio e rabbocco.

Articolo scritto da : Luca Ioris

 

Oggi parliamo di …… salvavalvole.

di Alessandro Ancarani

E’ cosa ormai nota ai più, molti per sfortunata esperienza personale, che i carburanti gassosi(GPL e METANO) agiscono negativamente sulle valvole del motore.
I danni più frequenti sono la bruciatura di una o più valvole o il rapido consumo delle sedi che alla fine portano ad una imperfetta tenuta della compressione.
Le cause, in sintesi, sono dovute ad una maggiore temperatura nella camera di combustione ed ad una minore capacità lubrificante del gas.
Queste caratteristiche dannose sono tanto più evidenti quanto più si sollecita il motore o con motori particolari.
Infatti non tutti i motori sono sensibili in eguale maniera all’effetto stressante del gas.
In primo luogo i motori moderni, a 16 valvole, che hanno regimi di rotazione elevati.
Poi sono anche determinanti le sedi delle valvole.
I motori moderni, con testata in alluminio, spesso hanno le sedi in materiale morbido abbastanza aggredibile dalla maggiore sollecitazione creata dal carburante gassoso.
Cosa fare quando si trasforma una vettura con alimentazione a benzina convertita a gas?
Per primo passare a benzina ogni qual volta ci si trova in una situazione dove si chiede al motore una prestazione sofferta come marcia a pieno carico in salità o tratti di strada percorsi a velocità sostenuta.
In secondo luogo impostare l’impianto a gas affinchè, quando lo stress diventa eccessivo, inietti un po’ di benzina per raffreddare e lubrificare le valvole.
Per terzo usare un liquido protettivo delle valvole.
Per quarto cambiare le sedi valvole con altre in acciaio sinterizzato di maggiore resistenza e durata.
Questa utima risoluzione è forse la migliore, ma è anche la più costosa essendo richiesto lo smontaggio della testata ed un lungo lavoro di fresatura e posa a caldo di sedi opportune.
Come alternativa fattibile ed affrontabile dal punto di vista economico è l’uso di liquidi appositamente studiati per ovviare al problema valvole.
Questi liquidi non sono altro che additivi, simili a quelli che già vengono aggiunti alla benzina verde, che cercano di modificare il gas ed avere prestazioni paragonabili alla benzina.
I più noti sono il FLASHLUBE, il JLM ed il liquido specifico per impianti PRINS oltre ad altri meno conosciuti.
Come funzionano, risultati e limiti operativi.
Questi liquidi non sono miscelabili direttamente al gas.
Per il metano la cosa è ovvia, essendo quest’ultimo sempre in fase gassosa(anche a 200 atm)appare evidente la imiscibilità dei due elementi anche perchè introdurre l’additivo in una bombola a 200 atm non è cosa immediata.
Per il GPL la cosa è teoricamente possibile, essendo tutti e due liquidi ed essendo miscibili tra loro, ma in pratica non è attuabile perchè quando la miscela GPL-additivo arriva al riduttore di pressione(polmone) si separerebbero di nuovo passando il GPL alla fase gassosa, cosa impossibile per l’additivo, che si depositerebbe ed imbratterebbe senza rimedio il riduttore stesso o al limite, se mai riuscisse a raggiungerli, gli iniettori del GPL.
In questo caso l’additivo deve essere iniettato separatamente nel motore.
Per fare questo si sfrutta la depressione che si crea nel condotto di aspirazione.
I motori a benzina modulano la potenza erogata limitando il libero accesso dell’aria al motore utilizzando una specie di rubinetto, la farfalla del corpo farfallato, che parzializza l’entrata dell’aria.
Questo, in pratica significa che nel collettore di aspirazione è sempre presente una depressione che varia con la richiesta di potenza erogata.
Al minimo quando la farfalla è chiusa si ha il massimo di depressione che cala man mano che la farfalla si apre fino al regime di massima richiesta dove la depressione cala quasi fino a zero.
Gli apparecchi dispensatrici di salvavalvole funzionano proprio in virtù di questa depressione.
Questi apparecchietti assomigliano a delle fleboclisi collegate al motore tramite un foro ed un ugello posto dopo la farfalla.
La depressione aspira il liquido salvavalvole che viene regolato da una specie di rubinetto che ne regola il flusso.
Quale è il limite di tutta la faccenda?
E’ che il flusso maggiore di liquido si ha al minimo quando la depressione è massima e cala progressivamente, riducendosi praticamente a zero, quando la farfalla è aperta ovvero nei momenti di massimo sforzo del motore.
Questo è un problema serio perchè l’azione protettiva manca proprio quando ce ne è più bisogno.
E’ anche vero che parte dell’additivo ristagna nei condotti di aspirazione e viene aspirato anche quando l’erogatore di liquido non intoduce niente causa mancanza di depressione.
Ma la soluzione non è mai ottimale.
Per ovviare a questo problema i costruttori di sistema salvavalvole hanno iniziato a produrre iniettori elettronici”intelligenti”.
Cosa sono. In pratica sono delle pompette elettriche che iniettano con pressione positiva il liquido salvavalvole anche quando nel collettore non c’è depressione. Per inciso esistono dei motori particolari, come i cosidetti VALVETRONIC, che non hanno nessuna farfalla parzializzatrice del flusso d’aria che viene regolato in più o in meno agendo sull’alzata delle valvole modificando la posizione dell’albero a cammes. Per questi motori, dove nel collettore non c’è mai depressione,  è tassativo l’uso dell’iniettore elettronico di salvavalvole.
Come funzionano gli apparecchi elettronici.
Il liquido salvavalvole, come abbiamo già detto, viene prelevato dal suo specifico serbatoio e viene iniettato nel collettore da una speciale pompetta. Questa è una sorta di centralina che prende il segnale degli iniettori benzina(ne basta uno a piacere) e calcola quanto liquido introdurre nel collettore di aspirazione.
Il sistema funziona abbastanza bene perchè il liquido viene introdotto secondo le reali richieste del motore e nelle giuste proporzioni con il carburante.
L’unica controindicazione è il costo dell’apparecchio che in genere è di un paio di centinaia di euro(dati assolutamente approssimativi ma che servono a far capire che non costano pochi euro).
Alcuni, come quello PRINS, si integra perfettamente, perchè progettato apposta, con la centralina di controllo del GPL(ovviamente di marca PRINS) raggiungendo gradi di precisione veramente interessanti.
Quanto è il costo di esercizio del liquido salvavalvole?
Il costo di un litro di Flashlube varia a secondo di dove si compra (ricambista, installatore di impianti GPL, Internet etc) ma diciamo, per dare una idea di massima, sui 15-20 euro al litro.
Con un litro di salvavalvole si trattano teoricamente 1000 litri di carburante che vuol dire 1.5-2 centesimi al litro di GPL, ovvero una cifra abbordabile.
Ma funzionano davvero?
I pareri sono diversi ma in linea di massima tutti sono daccordo sul fatto che effettivamente l’uso dei salvavalvole riduce lo stress delle valvole stesse e si riduce significativamente il problema del consumo delle sedi delle valvole. L’uso degli additivi salvavalvole è possibile anche con le vetture a carburatore o ad iniezione single point, ovviamente non sono utilizzabili le pompette elettroniche mancando la centralina benzina o non essendo possibile avere un segnale di iniezione necessario per il funzionamento della pompetta stessa.
Ovviamente il liquido salvavalvole non esclude alcune accortezze, come una guida più attenta in situazioni di sforzo notevole del motore che va comunque evitato, specie per lunghi periodi.
Come del resto dovrebbe avvenire sempre, GPL o meno, per la propria ed altrui sicurezza.